lunedì 5 settembre 2011

Un pensiero - racconto breve


Ecco qui. Stasera.
Io e loro insieme, per inaugurare questo nuovo anno. Lo sport, la scuola. Avventure, passioni. Speriamo molte gioie. Sicuramente il doppio dei dolori.
Sono venute a casa mia e non essendo una grande cuoca ho ordinato una pizza. Qui vicino c’è un ragazzo egiziano che la fa buonissima. La pasta croccante, il pomodoro leggermente acidulo ma non salato. La mozzarella che non sembra neanche da quattro soldi. Margherita. Classica. E Coca cola, naturalmente.
Sono arrivate per prime le più piccole. Hanno quattordici e quindici anni, poi dopo una decina di minuti anche le altre. Quelle del Quartetto. Quasi subito è entrata anche la pizza. Neanche il tempo di un veloce aperitivo, ma patatine e salatini possono rimanere per dopo.

La cena si è svolta nel ricordo delle vacanze appena finite. Alcune hanno lasciato sulla spiaggia un pezzettino di cuore, legato ad un ragazzo che non probabilmente si ricorda già più di loro. Esperienza personale. Altre si sono divertite e rilassate. Tutte sono pronte. La scuola e lo sport. La vita.
Le osservo mentre parlano con la bocca sporca di pomodoro e parole. Hanno capelli più luminosi di qualche mese fa. Gli sguardi più smaliziati. Più maturi? Forse.
È bello sapere che in loro c’è anche un poco di me. Quando ci siamo conosciute erano appena bambine. Io una giovane donna. Loro mi vedevano come un guida. Un esempio. Io non sapevo da quale parte girarmi. Navigavo quasi alla cieca. In una densa nebbia di incertezze. Dubbi. Per loro ho dovuto sfruttare tutte le mie risorse. Ho scelto e agito. Siamo cresciute insieme. Fino ad oggi.
Ecco qui. Stasera.
Le chiacchiere ad un certo punto si sono smorzate. Il crescendo di futilità si è interrotto. Un pensiero. Un pensiero ci ha raggiunte. Tutte. Tutte insieme abbiamo pensato a te. Ci siamo guardate. Gli occhi pieni di memorie. Le bocche piene di preghiere silenziose, impronunciabili. Quel silenzio ci ha legate ancora di più. Quell’assenza ci ha rese ancora più sorelle. Quell’assenza eri tu.
Schiacciate dal silenzio. Annichilite dal dolore. Poi la più piccola ha parlato. Con la sua voce fresca ci ha restituito un ricordo di te. Abbiamo parlato di te. Ti abbiamo rivissuta. Abbiamo riso, persino. Sei stata ancora un po’ con noi.
Alla fine loro sono andate via. Hanno lasciato voci che si sono rincorse per ore nel mio piccolo appartamento, rimbalzando sui muri. E nella mia testa.
Dappertutto c’erano cose fuori posto. Ho cominciato a riordinarle. Ho aperto le finestre e fatto entrare aria fresca. Usano profumi davvero intensi, loro. Che sanno di vite ancora tutte  da vivere.
Alla fine tutto è in ordine. Ogni cosa è tornata al suo posto. Ogni posata lavata. E ogni bicchiere. Il piccolo appartamento aperto alle amiche è nuovamente mio. Tutto a posto, dunque.
Manchi solo tu.
___
un racconto breve di AGO

4 commenti:

  1. I ricordi sia quelli felici e quelli amari sono parte integrante di noi,che ci accompagnano per tutta la vita,che ci portano a crescere,ad essere più maturi,e perchè no...anche più forti.
    Ma ci sono anche i ricordi nostalgici e quando bussano e gli si apre la porta,un miscuglio di sensazioni ci pervade.
    E i ricordi nostalgici a mio avviso sono quelli più intensi

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    1. Noi siamo la somma dei nostri ricordi. Sono materia della nostra anima. Non vorrei cancellarne nessuno

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  2. Nemmeno io AGO,e mi riferisco anche a quelli brutti.
    Spiacevoli per quanto possono essere stati,almeno hanno il pregio di avermi "rafforzato"!

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