Mathra si sveglia. Ha un sapore metallico in bocca. Fatica a tenere gli occhi aperti, un bagliore terribile li offende. I suoni le arrivano ovattati e tenui. Un crepitio continuo. Poi un tonfo, lontano.
Mathra si crogiola in quel tepore. Le sembra di trovarsi stesa sul prato accanto alla sua nuova casa, in quei pomeriggi assolati quando Tulek le si sdraiava accanto, per sussurrarle impacciate parole d’amore. Tulek il cacciatore dei boschi, che aveva voluto erigere il loro nido al di fuori delle mura della cittadina-avamposto, quasi al margine del bosco, dove lui si aggirava come terribile fiera in cerca di preda. Osservavano insieme le nuvole trascorrere nel limpido cielo del nord i due sposi novelli, con quell’amore delicato che li faceva sentire al centro dell’intero mondo. Si bastavano l’un l’altro: il rude cacciatore e la giovane donna.