venerdì 30 dicembre 2011

È guerra - racconto breve di fantascienza


I galeoni salparono dal porto spaziale di Bibractys. Sotto lo sguardo vigile del Teocrate.
Dal ponte dell’ammiraglia il capitano Nicandrus Darjii osservava le operazioni di manovra, covando orgoglio ed eccitazione. Finalmente, pensava.
Alcune parole del discorso del Teocrate gli rimbombavano nella mente, aumentando l’esaltazione per l’impresa. Ora porteremo la voce del vero Dio in tutto l’universo. Creeremo una nazione libera dalla schiavitù delle macchine e della scienza. Saranno gli uomini a possedere il mondo, non più gli scienziati!

martedì 27 dicembre 2011

Pensiero - poesia



Ecco nella sera il tenue lume
di un pensiero d’amore.
E mi volgo a te.

mercoledì 21 dicembre 2011

Senza riposo - racconto horror

Orrore. Sangue. Disperazione. Questa è la mia vita. Ora.
Prima di quel maledetto giorno erano baci. Lavoro. Famiglia. Amore. Maria.
Ora lei dov’è? Dove sta trascinando i suoi passi lenti, crudeli, inesorabili?
Mi sta cercando? Io la vorrei trovare e darle pace. Finalmente. Nonostante l’orrore e la paura.
Quando ci conoscemmo, mi ero appena laureato. Medicina, una tradizione di famiglia. Mi sentivo in obbligo di proseguire la strada di mio nonno e di mio padre, due luminari e professori universitari. La incontrai al mercato. Lei vendeva con la madre i frutti della terra e del duro lavoro.
Dopo mesi di incontri clandestini pieni di passione, annunciai alla mia famiglia il nostro matrimonio. Che creò scandalo. Dovetti letteralmente fuggire e mi trasferii in campagna. Nel paesino di lei.

lunedì 19 dicembre 2011

Psiche - Poesia



Inconsapevolmente rovinando
dall’alto grado dei miei ragionamenti
conobbi Amore.

mercoledì 14 dicembre 2011

L'esploratore - racconto breve


Mi avviai. La meta era distante. Lo sapevo. Non ne ero spaventato, perché una volta trovata, mi avrebbe ricompensato di ogni fatica.
Dall’alto del monte proseguii lungo il crinale. Da una parte e dall’altra due pozze di acqua ornate di lunghe erbe riflettevano le sfumature del cielo. Il costone si inerpicava di nuovo. Anche se sottile preferii scalarlo, piuttosto che aggirarlo. Avrei goduto di una magnifica vista sul territorio circostante.
Arrivato in cima non stetti molto a bearmi ma ridiscesi per l’erta, in fondo alla quale trovai una fossa circondata da morbidi rilievi.
Dalla fossa proveniva un alito di vento. L’aria calda e umida portava con sé il profumo di erbe e fiori.

lunedì 12 dicembre 2011

Verità Due - racconto breve

Antonio vede la ragazza seduta al bancone.
Cocktail Bar.
Sera.
Fuori Milano bagnata di pioggia.
Lei tiene il mento appoggiato alla mano. Sguardo perso.
Innocenza malinconica studiata a tavolino.
Sporca l’indice dell’altra mano col sale sul bordo della coppetta, leccandolo distrattamente.
Antonio spalanca la bocca. Lupo di Tex Avery. Mandibola sul tavolo. Lingua srotolata. Occhi fuori dalle orbite. Manca solo il fumo dalle orecchie, ma ha smesso di fumare, saranno ormai due anni.
Se fossimo anche solo un poco romantici, potremmo usare espressioni tipo “il cuore gli fa un balzo nel petto” oppure “il respiro gli si fa mozzo”. Ma fortunatamente non lo siamo.
Antonio si accorge che le sue discrete esternazioni sono state notate da lei, che però finge indifferenza. Anche di questo Antonio si accorge. Che l’indifferenza è solo finzione. Anche perché la coglie più volte a lanciargli rapide occhiate.

venerdì 9 dicembre 2011

Poso la bocca - poesia


Poso la bocca sulle tue labbra
piccole, sussurrandoti: voglio
ancora amore.

lunedì 5 dicembre 2011

Diecimila (scrivere 3) - racconto breve


Cammino senza guida in una foresta oscura. Qui non ci sono cartelli o segnali. Sento voci. Vedo luci. Non le riconosco. Sono fuochi fatui o focolari amichevoli?

Le stelle sono oscurate. Orientarsi è impossibile. Però procedo. Un passo dopo l’altro. Mi aiuterebbe conoscere la meta. In realtà proseguo senza.

Un suono mi porta certi pensieri. Lo seguo. Una folata di vento mi spinge da una parte. Vado.
Inciampo, naturalmente. Spesso.

Però, sempre, proseguo.
Ho nella mente le parole degli amici, che tentano di indicarmi la via. Di qua, di là, di su, di giù. Ma è poi giusto? Non dovrei forse sbattere da solo il naso contro un albero linguistico o precipitare in un crepaccio poetico? Da solo?