Gli uomini si fermarono in quelle terre, dove i monti degradavano
dolcemente al mare, che si vedeva all’orizzonte. Il sole rifletteva i suoi
raggi sulle onde lontane mentre un tiepido vento primaverile spirava da ovest,
portandone il profumo. Il capo di quegli uomini piantò un palo nel terreno.
Questa sarà la nostra casa, disse. Quegli uomini e quelle donne amarono le
terre che avevano scelto e le fecero prosperare. Sudore e fatica.
Soddisfazione, infine.
Un’ombra scura si avvicina alla catasta maleodorante.
Vista dal basso altro non è se non un buco oscuro nella coperta stellata della
notte. La luna è nuova. Solo le piccole stelle osservano la scena coi loro
freddi occhi distanti. La loro luce non si riflette in quel buco nero. Fotoni
che viaggiano per milioni di anni, poi lì cadono. E muoiono.
L’ombra sa che quello che sta facendo è sbagliato,
perché tutto sommato se non la scuola poco frequentata, almeno anni di cartoni
animati filo ecologici gli hanno posto una pulce nell’orecchio. I film, i
programmi televisivi. Concetti come paesaggio, natura da salvare e inquinamento
non gli sono estranei. Sa quali saranno le conseguenze del suo gesto.
Altri uomini passarono da quelle terre e le trovarono belle. Il clima
caldo, il paesaggio delizioso. Gli altri uomini presero per sé quelle terre. I
primi soffrirono difendendole. Alla fine cedettero.
Gli imperi sorsero e caddero. I grandi della Terra fecero ancor più
prosperare quel lembo di impero. Soggiogati da quei luoghi. Forse anche per il
vulcano che ne teneva a bada la superbia con la sua mole incombente. Un vulcano
divino che fece sentire la sua presenza, distruggendo intere città. Ma lontano.
Non lì, dove fu piantato anticamente quel palo di legno.
Però la brama di soldi è più forte e poco impiega a
distruggere quelle friabili barriere morali, tanto faticosamente costruite. La
sete di potere, che sembra muovere solo i cattivi dei film, è in realtà un
tarlo che gli rode il cervello. Coi soldi arriveranno le belle macchine. Con le
belle macchine le belle donne. Altrettanto vuote. Come lui.
Gli anni si susseguirono. I Secoli. Uomini e donne nacquero e morirono
calpestando e amando quelle terre. Arricchendole di colture e culture. L’arte
le fece splendere mentre la miseria serpeggiava. Come sempre i ricchi
sprecavano ed i poveri morivano. Era così in tutto il mondo. Non è possibile
che in quei luoghi non fosse.
Poi alcuni tra i poveri si ribellarono. Alcuni tra i poveri non
vollero più soccombere al volere degli inetti che li governavano. Ma non lo
fecero in nome del popolo. Non si ribellarono per gli altri. Ma solo per sé.
Con la forza presero dagli altri poveri ciò di cui avevano bisogno.
Con le armi rubarono ai ricchi e ai poveri. Con il sangue crearono un loro
dominio. Un’istituzione di terrore.
Il giovane uomo che genera quell’ombra nera ha un
tremito lungo la spina dorsale, quando sente il verso di un uccello notturno.
Una civetta forse. Il verso è come un urlo stridulo. Sembra un grido di agonia
che rimbalza sui tronchi degli alberi e muove l’aria, che trema fredda. L’eco
si disperde nelle dolci vallate che dividono le colline di quelle terre
meravigliose abitate fin da tempi antichi da uomini forti e gentili. Purtroppo
anche spietati.
Si stringe nelle spalle e pensa. Il pensiero suo è
selvaggio e incostante. Gli viene in mente l’abbraccio di sua madre, che gli
manca. La teglia di pasta al forno delle domeniche passate in famiglia, quando
l’odore della cucina lo svegliava e annunciava il giorno di festa. Ora non ci sono
più giorni di festa. Ha allontanato l’ala protettrice della madre. Ha rinnegato
il padre sempre assente. Ha voluto denaro facile. Ma non si è reso conto della
disperazione che gli sta rodendo l’anima. Come ruggine.
Sopravvissero a due grandi guerre. Anzi le sfruttarono per insinuarsi
nelle stanze del potere. Quei poveri ebbri di ricchezza non vollero più
cederla. Volevano soldi, lusso. Divennero uno Stato parallelo accanto a quello
ufficiale, che non li combatteva ma con loro volentieri mercanteggiava.
Un giorno lo Stato e questi uomini nuovi, diversi per coscienza e
morale dai loro antichi progenitori, si accordarono. La follia guidò le menti.
Lo Stato avrebbe chiuso gli occhi in cambio di denaro. Loro avrebbero
distrutto gli scarti dello Stato bruciandoli in aperta campagna.
L’uomo apre la tanica di benzina e versa il contenuto
sul cumulo puzzolente. Poi vi getta anche la tanica. Forse bruciando quella
plastica sarà il fumo meno dannoso del falò imminente.
Lo zolfo infernale prende fuoco, sfregato sulla carta
vetrata della confezione. L’uomo getta la fiamma. Subito lingue alte si
sprigionano da quel cumulo. La luce calda illumina un enorme discarica a cielo
aperto, dove sono stati gettati i rifiuti di tutto il Paese. Scarti
industriali, farmaci scaduti, veleni di ogni sorta.
Le volute di fumo nero illuminato dal basso assumono
forme di demoni feroci, che mordono l’aria limpida della notte. Corrono verso l’alto,
portandosi dietro i miasmi della morte.
Si disperderanno nella campagna.
Avveleneranno le piogge.
Distruggeranno le coltivazioni.
I demoni creati dall’uomo si insinueranno nell’ambiente.
Diventeranno parte del territorio. Possederanno le anime, distruggeranno la
carne.
Le ricche regioni del nord guardano da un’altra parte
mentre la campagna brucia.
Nato dal cuore degli uomini. Di tutti gli uomini. Il
Male vaga ora libero per la Terra dei Fuochi.
___
se fossi l'editore di un giornale lo schiafferei in prima pagina.
RispondiEliminaSe tu fossi l'editore di un giornale, questo mondo non andrebbe così male.
EliminaSolo la prima pagina di un giornale sarebbe poco. C'è una riga di questo racconto che andrebbe scritto su tutti i muri di questo stato inesistente e malato. Una forma di ribellione degna dei buoni propositi di Paul Éluard.
RispondiElimina"Divennero uno Stato parallelo accanto a quello ufficiale, che non li combatteva ma con loro volentieri mercanteggiava."
Era questa la riga che aspettavo di trovare dall'inizio della lettura. Era questo quello che volevo sentirmi dire da te, che volevo che scrivessi, quando ti ho proposto questo progetto. Grazie AGO, a nome di quello che hai appena fatto per noi. Non appena avrò un po' di tempo mi dedicherò alla lettura di questo racconto... e credimi, non avrò bisogno di recitare questa volta. Ma al massimo di trattenere la rabbia.
per "lettura" intendevo registrazione... l'ho letto e riletto.
EliminaHai ragione. Uno Stato inesistente e malato. Uno Stato che permette ai fuochi di bruciare e agli eco mostri di sorgere. Uno Stato che non è fatto per i cittadini ma per i furbi. E i bastardi. E i criminali, che distruggono anziché costruire.
EliminaTrepido per la versione audio.
allora Emilio aspettiamo la tua registrazione ;)
EliminaComplimenti, è stupendo. Le ultime righe mi hanno lasciata a bocca aperta. Davvero, bravissimo!
RispondiEliminaCiao Chiara, è un piacere risentirti! Grazie mille!
RispondiEliminaBelissimo, saluto dalla Repubblica Dominicana
RispondiEliminagrazie di leggermi da così lontano!
Eliminal'uomo sarà presto purificato dall'avvento della nuova giustizia non notate che molti carcerati si stanno suicidando? bene i responsabili sono una squadra di giustizieri che rispondo al Dio del Nuovo Mondo non il Dio cattolico il Dio che predona tutto, il nuovo Dio sarà quello che aiuterà i poveri e condannerà i malvagi, i criminali muoiono perché a prenderli viene il grande giustiziere dalle immense ali nere che tutto vede e può giudicare, l'era è arrivata e nessuno può sottrarsi al suo giudizio ma possiamo contribuire tutti a questo Nuovo Mondo basta solamente che iniziamo a distruggere i criminali
RispondiEliminaesatto Lui è con noi e libererà il mondo dai malvagi Lui è il Dio del Nuovo Mondo, gli Dei della morte saranno i suoi ministri e giudicheranno i malvagi secondo le Sue regole, solo nel 2011 i suicidi dei detenuti in carcere sono stati 94, 94 persone malvagie sono morte in Italia giudicate dal Dio e punite dai suoi ministri è ora del Nuovo Mondo
EliminaSono assolutamente d'accordo sulla necessità di una giustizia più efficace e punitiva. Credo però che per arrivare a punire una persona, sia necessario essere sicuri del suo reato. Per far questo esiste solo la via della Legge. Che dovrebbe essere severe ma giusta. Non centra nessun Dio...
EliminaSono senza parole, vengo da Acerra e questa storia mi ha toccato particolarmente , meriterebbe di essere letta in pubblico, in una sorta di Agorà.
RispondiEliminaIl tuo apprezzamento mi rende fiero. Sarei felice di leggere il mio scritto davanti alle persone. Spero solo di smuovere qualcosa negli animi di chi ascolterà...
Eliminaposso pubblicarlo sul mio blog? storiesenzatempo.blogspot.com
RispondiEliminaindicando l' autore naturalmente.
Per me sarebbe un onore. Avvisami quando lo fai.
Eliminaeccolo qua
Eliminahttp://storiesenzatempo.blogspot.it/2014/04/terra-dei-fuochi.html
Grazie. Ho messo un link alla fine del racconto. A presto
EliminaSono sbalordito da questo racconto dalla chiara tematica ecologica,un racconto inchiesta diretto e giustamente accusatorio,i commenti degli altri utenti sono tutti consoni e condivisi dal sottoscritto e quando dico tutti...intendo proprio tutti!
RispondiEliminaIl titolo è perfetto "la terra dei fuochi" come a simboleggiare "l'inferno" in cui viviamo e soffriamo e i demoni sono proprio in primis i politici
E uno schifo purtroppo!
AGO ma hai mai tentato di pubblicarlo da qualche parte...non so tipo gazzetta ambiente o su un qualunque periodico che tratta ecologia?
Meriterebbe davvero di essere inserito in forma cartacea,è vero le cose purtroppo non cambierebbero però aggiungono "voce" in capitolo,in fondo tutti siamo stanchi di ciò.
Ciao Giuseppe, il tema della Terra dei Fuochi e in generale della violenza dell'uomo verso l'ambiente sono temi che mi stanno molto a cuore. Combatto con ardore l'ignoranza che genera mostri. E demoni.
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