Al centro del bosco la radura è illuminata dalla sola fioca luce delle
stelle. Una brezza leggera stormisce tra le foglie, facendo ondeggiare anche i
fili d'erba, pronti a ricevere la rugiada.
Gli antichi alberi custodiscono il segreto di quella radura come verdi
valve d'ostrica, gelose della loro verde perla. Difficile è arrivare, se gli
alberi non lo consentono. E gli alberi lo permettono a pochi. A poche.
Quelle poche sono le donne consacrate, che percorrono a piedi nudi i
sentieri segreti nel folto della foresta, sicure di muoversi in mezzo agli
amici.
Le donne arrivano quasi nello stesso momento. Non portano il fuoco. A loro
basta quella pioggia di luce lontana per orientarsi. Si guardano. Sono dodici.
Entrano nella radura.
Intonano un canto antico, la cui melodia ha origine insieme alla danza
stessa degli astri.
Le streghe si prendono per mano, iniziando la loro danza.
I loro manti bruni, verdi e blu ondeggiano attorno alle caviglie nel ritmo
lento di flauti arcani e parole remote. Le streghe si scambiano sguardi
complici mentre si tolgono vesti e mantelli, facendoli scivolare lungo i
fianchi. Sono belle e brutte. Sono giovani e vecchie, sono alte, basse, magre,
grasse. Dalla pelle di luna o d'ebano.
Sono i mille volti della Madre, che sono qui venute ad adorare.
Sempre più veloce il ritmo coinvolge le danzatrici della notte. Il vento suona
un flauto fatto di foglie mentre invisibili tamburi rombano nel sottobosco. Si
scuotono sistri antichi. Cimbali.
Le donne elevano di nuovo le loro voci verso il distante nero della notte.
Dapprima armonioso, il canto si fa più stridulo e si tramuta in urla ferine. Le
donne non danzano più ma saltano e si rotolano a terra, preda della febbre
indotta dalla dea.
I loro canti, i loro movimenti, i loro spiriti stanno compiendo un
incantesimo, di cui sono solo in parte consapevoli. Le parole ed i gesti
riverberano attraverso le dimensioni, per raggiungere il caos al centro del
cosmo e prenderne un frammento, portandolo in quel bosco.
Quando il rito giunge al suo culmine, si stacca dalle ombre ai margini
della radura un’ombra ancora più cupa. Le sue sembianze sono di un uomo ma la luce
non si riflette sul suo corpo. Nero.
L’uomo entra nel cerchio delle streghe che ancora si contorcono negli
spasmi dell’orgasmo divino.
Le guarda tutte, poi si avvicina alla più giovane tra loro. Gli acerbi seni
appena formati sono umidi di sudore, che brilla come polvere di diamanti alla
luce lontana degli astri. Il respiro affannoso per la danza appena conclusa,
alza gli occhi verso l’uomo d’ombra che si avvicina.
Lui parla in un linguaggio sconosciuto agli uomini, che però lei comprende,
cogliendo l’eco del senso nelle assonanze di antiche memorie ormai sopite. Si
inginocchia davanti a lui. Si sdraia aprendo le gambe senza alcun pudore. Senza
paura.
L’uomo nero si stende su di lei, penetrandola con aspra dolcezza. Il suo
alito è profumato e alieno. La sua pelle calda.
In pochi momenti l’uomo depone il suo seme dentro la giovane strega.
L’uomo nero accarezza il volto della giovane, i suoi occhi gialli dalla
pupilla verticale posano un ultimo sguardo in quelli di lei, per poi
dissolversi nel buio della notte.
Le sorelle si avvicinano, porgendole un manto nero di leggera lana morbida,
che lei indossa senza parlare.
Quando si alza sente dolori lancinanti al ventre. Dolori che a stento
riesce a controllare, mantenendosi malferma sulle gambe. Questo non è giusto,
pensa. Questo non dovrebbe succedere. Pensieri di terrore.
D’improvviso sente un liquido caldo che le scorre lungo le gambe. Anche se
i colori sono annullati dalla fioca luce, capisce che si tratta di sangue, del
suo sangue, una pozza nera sotto i suoi piedi.
Vertigini. Dolore. Una pugnalata nel ventre che si squarcia in una cascata
nera e oscena. Un fagotto molle e informe si fa strada tra i lembi frastagliati
di carne, con un tonfo cade a terra. Dal fagotto alcune escrescenze si
protendono a formare rudimentali arti, che l’essere mostruoso usa per
puntellarsi e sollevarsi dal terreno. Cresce, intanto. La creatura nera lorda
di sangue prende le sembianze di un uomo dalla pelle chiara, quasi tralucente.
I suoi dorati occhi dalla pupilla verticale osservano sua madre accasciata al
suolo, preda di dolore e paura. L’essere si china per baciarle labbra,
suggendole l’anima con l’avidità della prima poppata. Lei muore.
Il demone sembra sentire un rumore, si volta. Le sue pupille sono fessure
di odio. Le narici dilatate fremono di furia repressa. L’uomo vede. Scatta in
avanti. Buio.
Manlio Dellastiara si svegliò completamente ricoperto di sudore gelido. Attorno
a lui le pareti della stanza vorticarono pericolosamente nella semioscurità
della sua spoglia camera.
Mentre brividi di freddo e paura gli correvano lungo la schiena, sentì una strana
familiarità con quelle immagini, con quei suoni. Con quegli odori.
La mano ancora tremante accese la luce. La lampadina si illuminò
penzolando triste dal soffitto, attaccata disperatamente al suo filo, come un
suicida in preda ad un ripensamento.
Manlio si rivestì.
Ho bisogno di parlare con qualcuno, pensò. E di bere.
___
un racconto breve fantasy di Ago
Non mi aspettavo che fosse coinvolto anche il buon vecchio Dellastiara nel racconto!
RispondiEliminaLa tetra cerimonia delle streghe è scritta divinamente, con uno succulento sapore misto tra orrido e mistico. Mi piace :)
Come sai, le streghe mi affascinano e mi spaventano molto. Sono parte di una coscienza "altra" che hanno avuto il coraggio di preservare nonostante le persecuzioni.
EliminaIl buon Manlio ne è invischiato. Ma ancora non lo sa...
inconscio in subbuglio. doppio legame tenente.
RispondiEliminaIndovina: dove andrà a sbattere la testa?
Elimina(Grazie di avermi aspettata per continuare la storia!!!)
RispondiEliminaCaro AGO,sono rimasto stupito da questo episodio,hai inserito "un racconto nel racconto" dal sapore misto di fantasy,erotico e horror,in primis molto interessante che aiuta non poco a capirne di più di questa complicata vicenda,avendo cosi un accenno delle origini di questo Male,in secondo luogo dai la possibilità al lettore di...non so come spiegarlo,ci provo:
RispondiEliminadi "vivere" in prima persona questo particolare rituale tenuto da queste misteriose streghe.
Il sesso tra l'uomo nero e la streghetta è da brividi!
Mi piace che il lettore si senta coinvolto e provi sulla pelle quel che dico. Grazie di esserti calato nella parte
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