lunedì 14 luglio 2014

Qui si sta bene - racconto breve

Ora si che si sta bene. Questo leggero venticello e la frescura dell’erba, sono un sollievo dopo il caldo torrido che c’era in quell’infernale auto. Adoro l’estate, ma proprio non sopporto quella vampa di calore che ruggisce fuori dalla portiera aperta. Dopo un pomeriggio assolato.
Entrai in auto per tornarmene a casa. Non aggiungo finalmente, perché questo è un periodo di tensioni, che fanno riemergere antichi dissapori. Moglie e marito, si sa.

Se si aggiungono anche i figli, poi. Ognuno con le sue esigenze, i propri bisogni e le proprie necessità. Ognuno con i propri gusti ed esperienze. Papi ho fatto questo, Papi vuoi vedere il disegno? Bello per carità, ma lasciatemi respirare!
Come ora. Qui disteso in mezzo ad un inaspettato verde.
Avevo preso anche dei fiori, per fare pace. Non sono mai stato propenso al mazzo di fiori, perché è come accettare la resa. È come dichiararsi colpevole. Però ad un certo punto bisogna smettere di farsi la guerra, voltare pagina e andare avanti.
Le stavo mandando anche un messaggino sul telefono, per far pace. Perché non si può mica odiarsi, quando si dorme nello stesso letto. A volte abbracciati. A volte schiena contro. Nutrendo insieme milioni di acari, che quietamente aspettano la nostra continua desquamazione.
Digitai sul nuovo telefonino le parole giuste per riavvicinarsi senza scusarmi, che è un po’ un’arte. Ma il correttore automatico non mi permetteva di esprimermi al meglio e quindi scorsi l’elenco delle alternative, prima di dare l’occhei.
Neanche trovai quella giusta, quando lo stridore dei freni distolse la mia attenzione dallo schermo LCD.
Un autotreno rosso lanciato in corsa folle, saltò lo spartitraffico tra le due corsie, come in quei vecchi telefilm americani in cui non si badava a spese nelle scene di incidenti. Vidi chiaramente l’autista con una mano sul grosso cerchio nero del volante e l’altra mano che saldamente afferrava invece un cellulare, di quelli piatti e grossi. Naturalmente di ultima generazione. Sul vetro era applicato un adesivo col nome “Picio”. Non credevo che si usassero ancora i CB nelle comunicazioni tra autisti ma evidentemente mi sbagliavo.
Dietro alla motrice rossa una cisterna d’acciaio fece la stessa acrobazia ma con molta meno grazia, interrompendo il volteggio a mezz’aria, cadendo goffamente sull’asfalto. Proprio davanti a me.
Non so come notai tutti questi particolari, perché il tutto durò il tempo di un secondo. O forse due.
Dopo l’urlo dei freni il boato e crash, tud bang.
Diavolo! Un attimo di distrazione. Eccheccavolo! Misi l’amore davanti alla prudenza. Magari l’autista dell’autotreno stava facendo lo stesso, scrivendo alla sua compagna di vita, per farla sentire amata, seppur a distanza.
Due cose mi vengono in mente in questo momento. Spero che i fiori verranno trovati e portati a lei, che capirà quale sia stato il mio ultimo pensiero e magari si sentirà un po’ in colpa per quelle stupide battaglie. L’altro è che ora ho capito perché si chiami materia grigia quella che serve a ragionare. Mi sta colando fuori dal cranio e posso confermarlo: è proprio grigia!
Ora sento questa leggera brezza e ne godo.

Qui si sta proprio bene.

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un racconto breve di Ago

5 commenti:

  1. il marcio prima o poi finirà, deve andare così. per forza.

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  2. Lo spero amico mio. Lo spero e mi impegno ogni santo giorno perchè accada. Ma com'è difficile!

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  3. AGO mi piacciono sempre di più questi racconti che scrivi (e anche le poesie si intende)!!!
    Carissimo amico mio voglio condividere con te la mia sventurata esperienza personale,posso dirti che questo racconto aderisce perfettamente a ciò che è successo anche a me.
    Dopo una litigata con la mia ex,pacifico e sensibile come ero (e come sono....) mi son messo a scriverle messaggi di pace e questa non mi rispondeva,la chiamavo e chiudeva il cell...fatto sta che mentre attraversavo nervosamente e frettolosamente la strada e con gli occhi fuori dalle orbite dal dolore non mi sono accorto del passaggio di una macchina e....per poco non mi stirava sotto,per un pelo ti dico!
    Non ti dico le bestemmie dell'autista.
    Gli raccontai questo episodio ad Agnieszka (Agnese) quando finalmente riapri il telefono (due giorni dopo) e per sentirmi dire
    "si.si,una macchina certo...,e se sei distratto che colpa ne ho io?)
    :-(

    Ci sarebbero tantissimi altri esempi AGO,ma mi fermo qui,ti dico solo che le donne se ne fottonoooooooooo!!!!
    Io non ho figli ma quando ci si mettono pure loro,e tendono ad assomigliare alla madre/moglie allora altri picchi di dolore.
    AGO spero che la tua prole abbia preso da te,persona leale,sensibile e di valore che tu sei!

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    1. Caro Giuseppe,
      mi spiace che la tua ex ti abbia fatto tanto male, però la mia NON è una ex e nonostante il dolore e le ferite è ancora la mia donna. Le mie figlie hanno preso tanto da me quanto da lei e per questo le amo ancora di più!

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  4. Si AGO l'avevo capito che NON è una ex,però mi raccomando lotta sempre per questo amore,fino all'ultimo e magari un giorno tutto si ribalterà a tuo favore e te lo auguro di cuore amico mio!!




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