Apre gli occhi ma non vede nulla, solo un torbido buio che gli danza
sulle iridi cieche. Lieve è il rumore dell’umidità che trasuda dalle pietre
della sua prigione, formando rivoli di salnitro lungo i muri. Il freddo alle
mani è diventato insostenibile. Tenta di portarle alla bocca per alitare sulle
dita inerti un soffio vitale. Novello Dio - Adamo michelangiolesco. Qualcosa le
blocca. Odore di ruggine.
Le mani sono strette da catene di vecchio ferro. L’umidità le ha
corrose rendendole ruvide e rugginose. Rossastre agli occhi della memoria.
Altri odori prendono il sopravvento, dopo che il sanguigno profumo
dell’ossido si posa. Pietra, umidità, urina. Acre paura che si mescola al pelo
dei topi e quella dolciastra eco di putrefazione. Bozzoli enormi di enormi
ragni, acquattati nel buio. Attesa.
Non sa da quanto tempo si trovi lì. Ore che passano come ere. Lente.
Interminabili. Bave lumacose di minuti disciolti dalla pioggia del nulla. Non
succede niente. Sembra che mai niente sia successo. Il terrore cancella i
ricordi della vita prima di quell’incubo oscuro. Un gorgo torvo risucchia
colori, forme , suoni.
L’improvviso rumore lo coglie impreparato. Urlo dei cardini lentamente
smossi e boato di una porta non lontana che sbatte spalancandosi. Qualcuno si
sta avvicinando.
I passi lenti sono accompagnati da un fruscio, un raschiare leggero,
come se dita o griffe stessero accarezzando le pareti di quella prigione
sconosciuta. Nessuna luce gli svela chi sia il suo carceriere. Egli si muove
nel buio, come se fosse naturale. Un pipistrello assetato di sangue.
Il chiavistello del suo cubicolo è spostato. Anche questa porta è
sbattuta. L’uomo nero è venuto a prenderlo accompagnato dal puzzo infame
dell’Averno.
Si dibatte ma le catene glielo impediscono. Il rumore provocato dagli
anelli è dissonante come l’urlo di mille voci in agonia, mentre la sua rimane
prigioniera nella gola riarsa da secoli di sete insoddisfatta.
Qualcosa lo afferra. Si sente svenire. In un oblio oscuro i rumori
della ruggine che si sgretola, delle catene che cadono a terra, di passi e
parole aliene pronunciate di una voce ultraterrena si sovrappongono. Alla fine
il lume di uno zolfanello lo abbaglia. Una sola candela è sufficiente a
strappargli un gemito di dolore, per gli occhi feriti d’improvviso.
In quello che sembra essere il pavimento di un sotterraneo di mattoni
e pietre è disegnato un elaborato schema. Una stella a cinque punte accerchiata
da simboli misteriosi. L’uomo dietro di lui lo spinge al centro del disegno. Lo
spinge a terra contr le pietre fredde sulla pelle nuda.
Un odore sovverchiante lo stordisce al punto di impedirgli qualsiasi
reazione. È come in un sogno in cui sembra che tutto stia accadendo ad un
altro, seppur una scintilla di coscienza terrorizzata sa che è tutto reale. E
sta accadendo a lui.
L’uomo accende lentamente delle candele nere poste attorno al
pentacolo, poi si siede in un preciso angolo della stanza ed inizia una
cantilena dai suoni bizzarri. Prosegue per istanti che sembrano interminabili.
Sembra non smettere mai.
Si alza l’uomo e si avvicina estraendo qualcosa da quello che sembra
essere un mantello nero.
Quando la luce si riflette sulla fredda superficie di una lama, Endi
capisce che la sua fine è vicina.
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un racconto breve noir di Ago
un racconto breve noir di Ago
Ci chiedavamo dove fosse Endi...
RispondiEliminaora avrei preferito non saperlo!
povero, povero Endi!
EliminaAGO non vorrai fare la fine di Misery non deve morire!!!
RispondiEliminaocchio che te vengo a cercà.
:)
Grande!
Manlio ti sta cercando. Abbi fiducia!
EliminaUh, bello, mi avete aspettato!
RispondiEliminaNon far morire endi senza di me, eh!
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RispondiEliminaQuesto breve messaggio è per augurarti, sia pur con ritardo, un buon 2015 e comunicarti il nuovo indirizzo del mio blog: antrodellastrega2.blogspot.it.
RispondiEliminaIl mio vecchio blog rimarrà ancora aperto per un po’, per informare anche i lettori, di questo cambiamento.
Buona giornata, AGO :)
Ago mi hai stupito anche questa volta...
RispondiEliminaGià immaginavo che la persona incatenata si trattava del povero Endi,io spero che Dellastiara riesca a salvarlo in extremis,la vicenda si fa ahimè ancora più drammatica e più difficile ma leggendo fino alla fine del racconto il nostro amico barista fortunatamente è ancora vivo...forse non è ancora tutto perduto
Questo episodio ha una sua particolarità, e mi riferisco in particolar modo alla descrizione del luogo in cui si trova prigioniero Endi...ha un sapore cosi antico cosi medievale,chissà dov'è collocata questa oscura ambientazione......
E adesso fiondiamoci al 16 episodio!
In quella strana città il moderno affonda le proprie radici nel passato. Ha fondamenta antiche come i suoi palazzi.
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