La voce di Carlo non lascia dubbi, perciò Francesca non può fare a meno di
voltarsi. E correre.
Non aveva mai sentito quella nota di puro, agghiacciante terrore nella voce
di qualcuno. Carlo doveva aver visto qualcosa di veramente spaventoso, per
gridare in quel modo.
Scappa! Continua a dire Carlo. Corri!
Quella gita nel bosco era stata una stupidata. Come aveva potuto Francesca,
una ragazza di città abituata a camminare sui tacchi, protetta da un perfetto
make-up e da un’elegante messa in piega, farsi trascinare in quel maledetto
bosco.
Inoltre l’abilità di questo suo nuovo ragazzo come guida e il suo senso
dell’orientamento si erano rivelate di scarsissimo livello.
Non aveva voluto fermarsi in quella radura per piantare la tenda, ma aveva
preferito proseguire nel folto del bosco, dove il sole già scarso era del tutto
sparito in meno di un'ora.
Stavano camminando quasi al buio, con la sola luce prodotta dalla torcia
elettrica di questo fallimentare esploratore, quando Carlo si era girato di
scatto, urlando di paura.
Francesca corre, quindi. Spronata dalle grida incontrollate di Carlo.
La perfetta pelle del viso è frustata dai rami del sottobosco. I piedi
inciampano in mille radici malignamente poste dal caso davanti ai suoi piedi.
Eppure corre, Francesca. Non può farne a meno, perché ormai il terrore si è
fatto strada nel suo cuore, che martella nel petto come mai prima d'ora.
I polmoni cominciano a bruciare, invocando aria. La milza inizia a morderle
il fianco. Sente Francesca che i muscoli delle gambe, già provati dalla
camminata, stanno per irrigidirsi in crampi dolorosi.
È un secondo. Il cambiamento si produce ma lei non ha coscienza del momento
esatto. Un attimo prima il fragore della fuga rimbombava nelle orecchie,
l'attimo dopo non sente più nulla. Si rende conto di essere sola.
Dietro di lei Carlo non la sta incitando con la sua voce colma di orrore.
Non ci sono anche i suoi passi a percuotere il falso silenzio della notte
silvestre.
Francesca si trova sola.
Anche l’inutile luce elettrica della debole torcia è sparito, chissà quanto
tempo prima.
I suoi piedi non stanno calpestando il sentiero. Era stata lei a sbagliare
strada o a Carlo era capitato qualcosa.
Il cuore continuava a rombare nelle orecchie, mentre cerca qualche indizio
del ragazzo nell'oscurità delle nere fronde.
Fa un giro con lo sguardo tutto attorno a lei, ma quello che vede è solo un
terribile incombente buio.
Poi una sensazione nell’oscurità aliena del verde ormai nero.
Proprio laggiù, dove bisogna aguzzare lo sguardo.
Occhi.
___
un racconto breve di Ago
che scena, complimenti mi sembra di vedere Francesca in preda al panico che corre all'impazzata in bianco e nero sulla pagina di un fumetto alla DYD, sbattendo contro rami e inciampando nelle radici, sporcando i i pantaloni cadendo.
RispondiEliminaBravo, questa la scena che mi colpisce di più:
È un secondo. Il cambiamento si produce ma lei non ha coscienza del momento esatto. Un attimo prima il fragore della fuga rimbombava nelle orecchie, l'attimo dopo non sente più nulla. Si rende conto di essere sola.
Grazie Endi, il tuo apprezzamento conta.
EliminaPer me l'attimo in cui ci si rende conto di essere soli è davvero la parte più terrorizzante.
I ricordi delle letture di DYD sono parte integrante della mia esperienza.
Eliminasono passati 6 min, inquietante.
RispondiEliminavero
EliminaAGO hai saputo come sempre descrivere (come già del resto hai fatto in altri racconti) ottimamente emozioni come ,paura,angoscia,terrore!Carlo e Francesca che fuggono a perdifiato attraverso il bosco...inseguiti da qualcuno da qualcosa!Nella mia personale interpretazione,sicuramente un animale selvatico (magari un lupo)!Trovo geniale l'idea di terminare il racconto "cosi" lasciando l'immaginazione al lettore della probabile (brutta sicuramente) fine dei protagonisti,in particolar modo di Francesca
RispondiEliminaGrazie Giuseppe delle tue parole.
EliminaDi certo però i miei boschi non sono popolati da semplici lupi o animali selvaggi, ma da ombre e demoni e paure ignote. Come del resto i miei sogni.
Complimenti per la descrizione del panico della protagonista che aumenta ad ogni passo e del corpo che piano piano cede. Mi è piaciuto.
RispondiEliminaNe sono contento. Grazie mille
EliminaGRAZIE!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaE' un piacere averti con noi.
Bellissimo vedere il tuo nome.
Amaranta ed io te ne siamo immensamente grate.
Come ho tempo spulcio nel blog tuo e di endi, alla ricerca di qualche frase d'effetto da mettere sulla pagina, ovviamente previo consenso e firmata col nome dell'autore.
Io e la mia alter sorellina ti ricopriamo di baci :)
A presto.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaHo trovato questo blog poco tempo fa ma leggendo mano a mano tutti i tuoi racconti mi sono reso conto che li sto apprezzando sempre di più! I momenti di tensione... le emozioni che trasmetti e molte altre cose che ti rendono un ottimo scrittore!
RispondiEliminaTi andrebbe di scrivere anche sul mio blog? Cerchiamo racconti di ogni tipo così per dare una mano agli autori come te! Se sei interessato scrivimi all'e-mail vada.via@libero.it
Il mio blog : cignalecollulive.altervista.org
Al culmine della tensione, Ago. E' lì che mi hai portato.
RispondiEliminaEd è lì che volevo condurti.
EliminaGrazie Emilio
Ed è lì che volevo condurti.
EliminaGrazie Emilio
In attesa che tu mi accordi la tua amicizia sulla pagina del tuo blog in fb, ti rendo noto che ho copiato 4 tuoi haiku ( MUSA, INNOCENZA, ALBA, LUNA) che non ho ancora pubblicato, non per chiederti il consenso (credo che quello io l'abbia :) ma perchè mi piacerebbe pubblicare col tuo nome che rimanda alla tua pagina, proprio in virtù del discorso della condivisione e dell'interazione, e questo lo posso fare solo dopo che tu hai accettato l'amicizia. Buona serata, AGO. A presto :)
RispondiEliminaBello, carico di suspense.. complimenti! Scrivi davvero bene
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EliminaGrazie mille!
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