Il Tevere rode piano le pietre
di Ponte Milvio. Il parapetto
di biondo travertino mi sostiene.
Rovente nel sole giallo d’agosto.
Roma ci ha visti nascere. Siamo
tornati innumerevoli volte.
Le statue mute ci hanno osservato
e hanno riso di noi, in sogno.
Roma è più bella ora che è stata
vista dai suoi occhi. Ma io sono
solo sopra l’acqua che scorre lenta.
Parlami ora Tevere divino.
Seducimi coi tuoi vaneggianti
gorghi. Portami con te all’oblio.
___
una poesia di AGO
roma si fa bella con lo sguardo delle nostre donne, per questo si scrive roma ma si legge amor.
RispondiEliminae quante storie di vite spezzate racconta il vecchio tevere, basta chiudere gli occhi, e la sua voce apparentemente monotona, si insinua nel petto di chi vuole ancora sentirle vivere.
So che il tuo cuore può raccogliere queste storie, caro Endi.
EliminaFallo, ti prego, e raccontacele.
Poesia davvero bella e romantica.
RispondiEliminaNon ho mai visitato Roma,o perlomeno ci sono stato tante volte per prendere aerei (quasi sempre diretti in Polonia).ma un giorno vorrei visitarla questa città e vedere il tevere in questione.
Analizzando la poesia,si legge chiaramente il tuo dolore AGO,...Roma la città eterna,roma città dell'amore eter....
anzi no Roma città dell'amore (finche dura) è basta
Spero che in futuro la vita ci riservi sorprese ma stavolta belle.
RispondiEliminaCome ti ho scritto in un commento precedente,il dolore,le delusioni,la tristezza,fanno parte della vita e DEVONO esserci ed esistere,ma no SEMPRE e PERENNEMENTE
C'è lo meritiamo AGO,io tu e tutti quelli come noi.
Roma è stata davvero la città che ha tenuto a battesimo il mio più grande amore. Non perduto, ma dolorosamente vissuto ogni giorno
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