venerdì 30 dicembre 2011

È guerra - racconto breve di fantascienza


I galeoni salparono dal porto spaziale di Bibractys. Sotto lo sguardo vigile del Teocrate.
Dal ponte dell’ammiraglia il capitano Nicandrus Darjii osservava le operazioni di manovra, covando orgoglio ed eccitazione. Finalmente, pensava.
Alcune parole del discorso del Teocrate gli rimbombavano nella mente, aumentando l’esaltazione per l’impresa. Ora porteremo la voce del vero Dio in tutto l’universo. Creeremo una nazione libera dalla schiavitù delle macchine e della scienza. Saranno gli uomini a possedere il mondo, non più gli scienziati!

Capitano, disse una voce. Capitano siamo in orbita. Qual è la rotta? Nicandrus si riscosse. Per un attimo guardò senza vedere il suo primo ufficiale. Rotta per il sistema Lyra, disse.
Il Primo ufficiale Gaius Anderuun, impartì gli ordini necessari e le otto navi diressero la prua verso il sistema Lyra.

Obiettivo della spedizione era intercettare un convoglio di euxenite proveniente dalle colonie esterne, privandone così la Terra. Contemporaneamente il Teocrate avrebbe apertamente lanciato il suo mesaggio. Il suo monito all’Universo: unirsi al credo nailliano o perire.

Naill. l’Unico. Dio.

La Repubblica dopo tutti quegli anni di repressione avrebbe finalmente capito che Dio non si trovava nell’immensamente piccolo dell’atomo, né nell’immensamente grande del cosmo. Non lo avrebbero trovato quei curvi scienziati osservando coi loro telescopi né sezionando rane.
Avevano rinunciato allo Spirito i Senatori. Avevano indotto anche il popolo a  rinunciarvi. Lo avevano sedotto con il fascino della scienza. Le promesse del consumismo più sfrenato. Avevano sostituito il credo del vero Dio con il credo verso la materia, il mondo. L’empirismo. L’esperimento e la verifica. Il denaro.

Ora potranno verificare di persona. Pensò ancora Nicandrus, durante la guerra e al suo termine, si troveranno davanti al vero Dio, che li giudicherà secondo le loro colpe e li precipiterà in un asettico gelido inferno. Quello che loro stessi si hanno creato.
Avanti allora, capitano. Alla guerra! Uccidi nel nome del tuo Dio. Muori nel nome del tuo Dio. Combatti. Chi sa se alla fine tu o gli altri scoprirete la verità.

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un racconto di fantascienza di AGO

liberamente ispirato a Peregrinationes

5 commenti:

  1. Il genere Sci-fi nonostante non sia il mio genere prediletto ho comunque letto il tutto.
    Questo breve racconto lo reputo carino è ha una sua morale.
    Combattere nel nome di Dio?
    Il racconto mi ricorda i tempi dei crociati si combatteva nel nome di Dio,ma non è nè con la guerra e nè con la costrizione che si divulga il nome di Dio.
    Assolutamente no

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    1. Questo racconto si inserisce in un progetto arenato di opera a quattro mani.
      mai, mai, MAI combattere nel nome di un dio. Qualunque esso sia.

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  2. La religione come causa di tutte le guerre, anche quelle galattiche, in futuri o passati lontani...
    mi ricorda un po' il concetto dietro l'universo di Star Wars, la lotta tra Jedi e Sith...

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  3. La religione come causa di tutte le guerre, anche quelle galattiche, in futuri o passati lontani...
    mi ricorda un po' il concetto dietro l'universo di Star Wars, la lotta tra Jedi e Sith...

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