Il collezionista si fermò per un attimo
davanti alla porta chiusa. Stava per entrare nella sala del tesoro. Sancta
Sanctorum. Girò la chiave. L’aria fresca dell’interno lo avvolse insieme agli
odori familiari delle resine e dei colori.
Chiuse la porta alle sue spalle, facendo
un’altra piccola pausa prima di accendere la luce. Scese gli ultimi gradini.
Si concesse una lunga e lenta occhiata ai
suoi tesori. Lo sforzo di una vita.
Dalle pareti pendevano madonne ieratiche
col figliolo. Santi orientali la cui importanza era sottolineata dalle
decorazioni in foglia oro. Appoggiati al pavimento Budda di bronzo reggevano
con la loro mole tele veneziane del sedicesimo secolo. Ritratti di Dogi.
Una bibbia miniata era aperta a metà. Il
collezionista si avvicinò a quel capolavoro dell’arte irlandese. Sfogliò qualche
pagina, ubriacandosi ancora una volta della bellezza di quei nodi disegnati.
Amava passare il tempo in quel luogo.
Amava il caos da wunderkammer. Amava il lavoro che si nascondeva dietro ognuno
di quegli oggetti. Immaginava il falegname che aveva tagliato l’albero e poi
squadrato le assi di legno. Le mani callose che consegnavano al frate ombroso.
Poteva figurarsi le ore di veglia del confratello dalla lunga barba che
intingeva il pennello nei colori, mescolando legante, pigmento e preghiere. E
infine la consacrazione dell’immagine della Vergine, che avrebbe atteso lungo
le mura di una chiesa l’occasione di terminare il suo lungo viaggio qui.
Davanti ai suoi occhi.
Accarezzò la scultura ellenistica. Bronzo
in attesa sul fondo del mare.
Lo sguardo saltellava gioioso da un
oggetto all’altro. Da un’arte all’altra.
Cerano stati dei tentativi di
catalogazione. Erano stati coinvolti esperti e volontari. Ma niente si era mai
concluso, perché il collezionista non poteva limitarsi allo sfogliare pagine e
dati. Il collezionista voleva immergersi nel suo tesoro e coccolarlo. E
parlargli.
Spesso gli capitava di spostare gli
oggetti, per trovare nuove collocazioni in armonia con lo stato d’animo del
momento. Allora faceva le scoperte più intense.
Dimenticato dietro ad una statua egizia,
si nascondeva un piccolo ritratto di dama inglese dell’Ottocento. Un olio su
rame di fattura tanto squisita, da fargli sciogliere il cuore. E l’assaliva il
ricordo del rocambolesco acquisto in quel mercatino di Parigi da quattro soldi
in rue... Se lo stringeva al petto, quel ritratto, e allestiva una parete della
segreta solo in suo onore. Dopo un mese se lo sarebbe dimenticato, nascosto
dietro ad un arazzo arrotolato.
Il collezionista aveva dedicato la vita a
radunare quel tesoro. Non era un imprenditore, né un professionista. Non un
avvocato di grido o un politico. Era un collezionista. Tutto il resto era stato
per lui solo il mezzo per raggiungere il suo scopo.
Si sedette sulla poltrona Luigi XIV per
sfogliare qualche pagina della prima edizione del Dei delitti e delle pene con
dedica autografa di Beccaria al suo caro amico Pietro Verri. Lo posò per un
trattato astronomico medievale tedesco. Scritto con quei caratteri lugubri. Non
riusciva a concentrarsi sulle letture.
Si alzò e prese dal posto d'onore di
quella settimana un lekythos. Avvicinò al naso l'imboccatura. Giovani atleti
virilmente nudi. Profumati d’oriente solo immaginato. Ripose il vaso. Quel
giorno il collezionista non poteva a dedicarsi interamente al suo amore.
Le ultime notizie lo avevano abbattuto.
L’economia in crisi. La perdita di capitali. E ora l’aggressione di cellule al
suo pancreas. Rapida. Terminale.
Un’idea fece breccia nell’oscuro turbinare
dei suoi pensieri. Si precipitò fuori, dimenticandosi perfino di chiudere a
chiave.
Tornò tenendo in mano una piccola tanica.
Prese a versare il liquido odoroso a terra e sugli oggetti.
Quando il contenitore fu vuoto, estrasse
dalla tasca un minerva. Lo sfregò sulla carta vetra. I vapori di benzina
presero subito fuoco. Ripensò a quegli ultimi giorni, dopo la notizia del
tumore. A quanto gli era sembrata vana la sua esistenza. A quante cose avrebbe
abbandonato in questo mondo. Alla sua collezione che sarebbe stata dispersa.
Dimenticata. Nessuno l'amava quanto lui. Nessuno ci teneva. In pochi ne erano a
conoscenza.
Le fiamme si appiccarono alle tavole di
legno. Rosero le tele. Sciolsero i bronzi. Calcinarono i marmi. Le madonne
piansero lacrime rosse di ceralacca, mentre le porcellane bavaresi scoppiarono
per lo sbalzo di temperatura.
Il collezionista cadde in ginocchio,
osservando la sua vera vita consumarsi tra le fiamme.
Il fumo lo soffocò. Il calore cominciò a
sciogliergli i bulbi oculari, a fargli evaporare il sangue. Il collezionista
rivide la sua vita, che per lui era solo l’insieme di quelle opere. Il suo
tesoro.
E improvvisamente ricordò.
Nel suo ufficio. Proprio dietro alla
poltrona di rappresentanza. Il suo pezzo più amato. La Madonna di Vladimir. Non
il Salvatore in fasce. Non la Vergine Madre. Ma una mamma e suo figlio. Pura
gioia. Di carezze. E la spinta che quella gioia gli diede di circondarsi di
oggetti belli. Solo per lui. Da gustare nel silenzio della sua cripta. Ora
divenuta antico altare di fuoco.
Il collezionista nella sua triste furia
aveva scordato quella meraviglia.
Realizzò che in quel suo gesto sublime di
amore geloso c’era una mancanza importante. Fondamentale. Si stava portando via
la sua collezione incompleta. Allora il suo gesto non ebbe per lui alcun senso.
Muoia Sansone con tutti i filistei tranne uno? No! Che delusione.
Cadde battendo la testa.
Tutto divenne buio.
___
un racconto breve di AGO
quel pezzo aveva visto il collezionista circondarsi di oggetti belli, quel pezzo adorato vede ora la conclusione a quella spinta.
RispondiEliminami fai venire in mente una riflessione, ha senso circondarsi di oggetti?
Hai centrato il punto. Come sempre.
EliminaIl sano(??),vecchio, caro principio del "Se non posso averlo io, allora non l'avrà nessuno". Efficace, anche il colpo di scena finale.
RispondiEliminaGrazie dell'apprezzamento Martina
EliminaQuesto lo metto al primo posto tra i tuoi racconti. Noto con piacere che te ne intendi di arte, e che ti affascina proprio come affascina me... storia interessante, ma quello che colpisce è la figura del collezionista e la descrizione del suo tesoro. Non deludi mai.
RispondiEliminaIn effetti l'arte occupa una buona parte della mia vita e della mia formazione. Grazie per il tuo apprezzamento e per il costante sostegno.
EliminaBellissiomo! Sono della Repubblica Dominicana, voglio migliorare la mia scrittura, per questo ho letto il tuo raccontom. ;)
RispondiEliminaGrazie! Sono felice che la Rete ci permetta un contatto a così lunga distanza. Se vuoi migliorare la tua scrittura, anziché leggere me prova coi veri maestri.
EliminaI miei preferiti sono McCarthy, Fante, Bukowsky e tra gli italiani Calvino e Buzzati.
A presto
molto interessante e accurato! un felice connubio tra il Verga de "La roba" e le atmosfere decadenti di un Wilde... è voluto, per caso? ad ogni modo mi è piaciuto!
RispondiEliminaUn richiamo ai decadenti era nell'aria ma addirittura Verga e Wilde...
EliminaNon posso che ringraziarti per un paragone così lusinghiero.
Molto bello, anche se forse personalmente avrei inserito un paio di riflessioni del protagonista tra il momento in cui versa la benzina e quello in cui accende il fiammifero.
RispondiEliminaUn'altra cosa: perché hai inserito delle frasi in colore nero? Su questo sfondo grigio scuro le rende (molto) più difficili da leggere.
Ti ringrazio. Lasciò che i pensieri siano posti dal lettore nella mente del protagonista. In fondo neanch'io li conosco.
EliminaLe frasi in nero sono un errore. Le correggerò appena possibile.
Ciao blog straordinario davvero intrigante!!!!!!!!!! vorrei consigliarti un racconto breve e vero situato qui in Italia. Avrai sicuramente sentito in TV più volte parlare delle carceri italiane e dei numerosi suicidi beh secondo ricerca fatte da PM sembra che dietro queste morti ci sia una squadra di giustizieri il cui scopo e punire i criminali e dare un monito allo stato poi una voce si pensa sia falsa dice che facciano capo a un fantomatico Kira ma non so chi sia questo Kira. Vorrei tanto che tu ne parlassi per sapere cosa ne pensi anche su YouTube questa storia è molto richiesta ad esempio ho visto il canale di TheDarkChaz in un video nei commenti era richiesta questa storia ma io non essendo su YouTube non ho potuto dire niente
RispondiEliminaNon ho idea se dopo aver letto questo commento dovrei fare chiamare un laureato in filologia sumera oppure un esorcista.
RispondiEliminaMa forse l'ipotesi più plausibile è che sei un troll riuscito male.
penso Le abbiano risposto e credo anche che La ritengano il titolare del blog ovviamente non è Lei
Eliminaforse il troll sei tu, la squadra di giustizieri sta solo cambiando un sistema corrotto dove un povero che ruba perché ha fame va in carcere e un pedofilo molto spesso non lo vede neanche,o chi uccide che fa solo qualche annetto di carcere e poi con l'indulto è già fuori, questo è il sistema che deve essere cambiato bisogna fare giustizia ed è ora che questi giudici corrotti lo capiscano perché la gente è stufa la squadra di giustizieri è nata per ribellione la figura ispirata di Kira è nata per ribellione, ripeto ribellione per specificare la battaglia contro un sistema falso è ora di cambiare
Eliminaho letto adesso il commento dell'utente anonimo onestamente ho sentito anche io quella voce su siti diversi e anche in tv poi comunque spetta alla persona giudicare io penso che i crimini vadano puniti in modo deciso ma deve essere lo stato a farlo poi che questa squadra voglia cambiare le cose in modo non democratico è un altro paio di maniche comunque caro signor andrea penso che Lei sia un po maleducato visto la risposta ovvero uno Le da un consiglio e Lei reagisce insultando? o è solo perché Lei ha idee diverse di giustizia? P.s Se anonimo dovesse rispondere per differenziarmi io sono Daniel
RispondiEliminaLa trama che stai proponendo è presa pari pari da un manga dei primi anni 2000: death note, in cui, guarda caso, uno dei protagonisti prende il nome di kira (una traslitterazione giapponese della parola killer)
EliminaSai che non è male il racconto, l'unica cosa, ma lo dico per mio gusto, avrei evitato la parte in cui dici:
RispondiEliminaIl collezionista nella sua triste furia aveva scordato quella meraviglia... e avrei lasciato solo:
Cadde battendo la testa.
Credo che non ci sia bisogno di spiegare altro, non commenterei con le frasi che scrivi alla fine. Mi sembra più pulito senza altri commenti e spiegazioni.
Una mia personale opinione, naturalmente. Il racconto mi e piaciuto.
ciao Anna
Ciao Anna,
Eliminagrazie delle tue parole. Come vedi negli altri commenti c'è chi ritiene che abbia scritto troppo poco e c'è chi ritiene abbia scritto troppo.
Tu continua a dirmi cosa ne pensi.
Grazie
bellissimo racconto, io ti consiglierei di non puntare solo sul blog ma di fare una raccolta e iniziare a partecipare a qualche concorso o produrre un libro con questi scritti, inoltre ho visto che tra i commenti c'è stato un grande diverbio per la questione dei suicidi in carcere e la squadra di giustizieri, si su internet ne parlano tutti sembra sia vero che questa squadra giustizia i criminali ma da lì a parlare di Kira beh c'è tutto un che dire probabilmente questo tizio esiste e si ispira all'originale non saprei...
RispondiEliminaGrazie dell'incoraggiamento. Ne terrò conto. Tra poco dovrebbe partire un'app con una parte dei miei lavori. Lo comunicherò sul blog, se andrà in porto.
EliminaRacconto di un certo spessore,AGO,racconto che concordo anch'io come l'utente sopra ossia sul fatto che ha una correlazione con "la roba" di Giovanni Verga,soltanto che il tuo racconto è più amaro e più drammatico,difatti a differenza del contadino Mazzarò di Verga,il protagonista oltre che distruggere la sua "roba" commette un suicidio.
RispondiEliminaFacendo un analisi del racconto effettivamente ci si chiede quanto sia utile e indispensabile avere quella sfrenata passione per il collezionismo.
Secondo il mio modesto parere è un hobby che assorbe (inutilmente) parecchie ore di vita,un hobby che ovviamente nell'altro mondo non te ne fai niente.
Ad esempio mi sono sempre chiesto quelli che collezionano vini...decenni e decenni di bottiglie collezionate per poi non avere il piacere di stapparle mai.
Ritornando al racconto AGO,come sempre mi complimento per questa tua opera,descrivi molto bene la vita di un collezionista,il finale lo trovo sorprendente!
Grazie Giuseppe, il collezionismo mi affascina e mi repelle, perché è una spesa inutile di tempo e denaro, ma quanto è bello circondarsi di cose belle? Io personalmente leggo e colleziono libri. Però la mia intenzione e tramandarli.
EliminaPerché come un buon vino, ad un certo punto il libro va letto e il vino bevuto!