Ma cosa cazzo stai dicendo? Il Menestrello? Non hai mica un liuto
sottobraccio o un piffero del cazzo. Né un cappello a punta con la piuma. I
menestrelli non esistono più, tranne Branduardi si intende, ma non so se faccia
ancora concerti comunque.
Il Menestrello eh? Allora raccontami una storia! Smettila di
sorseggiare rhum con quell’aria da signor Sotutto. Spiegami, parlami, non mi
lasciare sulle spine!
La rabbia e il furore si erano condensati in gocce di sudore, che
bagnava il corpo del tenente, mettendolo sempre più a disagio. È da capire che
lo sfogo di Manlio Dellastiara era dovuto in gran parte alla preoccupazione per
la sorte di Endi. Ogni granello di tempo caduto gli sembrava perso e aumentava
il pericolo di non trovarlo più. O peggio di trovarlo come gli altri. Quei
cadaveri oscenamente oltraggiati, che sono stati i primi attori di questa
storia.
Perché il tenente aveva concluso che a rapire il suo amico era stato Lui.
L’uomo nero. Come altrimenti poteva essere chiamato quell’essere che si era
portato via anche il Capitano Donati?
Capisco benissimo il vostro stato d’animo credetemi, ribatté per nulla
turbato il Menestrello, però non fatevi trascinare dall’ira caro amico. Vorrei
davvero cominciare dall’inizio di questa storia, ma in questi casi un vero e
proprio inizio non esiste.
Sono molte le cose poco chiare, purtroppo, perché i dettagli si
perdono nel tempo e in qualche modo nello spazio. Dunque comincerei col vostro
avversario. Come altre cose da voi incontrate di recente,
questo essere non fa parte del nostro mondo. Letteralmente. Esso proviene da un
altro. Un mondo lontano nella concezione di noi umani . Comunque col nostro in contatto.
Manlio aggirò il bancone e si sedette su uno sgabello. Si versò un
altro bicchiere e lo stesso fece per il Menestrello.
In realtà è solo uno dei mondi possibili, continuò questi. È fatto di
caos.
Il Menestrello prese una pausa, accostando il bicchiere alle labbra.
Sorseggiando il liquore con calma.
Nella sua voce si era insinuata una strana eco. Un’armonia e una
cadenza che ricordavano una musica. Per questo forse si chiama così, pensò il
tenente.
Un tempo, riprese il Menestrello posando il vetro, nel folto dei
boschi di una qualche campagna avvenne qualcosa che diede origine a tutta la
nostra storia. Un rito antico e oscuro venne officiato. Le parole e le danze,
il fuoco e le stelle contribuirono a creare un collegamento tra i due mondi.
Una parte del caos venne circoscritta e strappata dal suo mondo, per essere
portata nel nostro.
Quel caos fu costretto a prendere una forma, per poter sopravvivere
qui. Divenne probabilmente un uomo. Mi correggo. Simile ad un uomo.
Non sappiamo quante volte questi portali si siano aperti, né quante
dimensioni siano coinvolte. Questi strani ospiti da noi hanno proliferato,
creando strane genie. Alcuni li chiamano demoni. Altri li temono. Qualcuno li conosce.
Pochi li combattono.
Temo che voi dovrete presto scegliere.
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un racconto breve noir di Ago
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un racconto breve noir di Ago
i nodi stanno venendo al pettine.
RispondiEliminaFulminante l'inizio del racconto :)
Siamo tutti un po' in ansia per la fine del fido barista...
EliminaQuesto Menestrello ne sa una più del diavolo... ci può fidare?
RispondiEliminaStaremo a vedere. Direi di si, per ora...
EliminaSeconda parte intensa,episodio davvero forte!
RispondiEliminaAssistiamo ad una vicenda che va oltre l'immaginazione,oltre tutto insomma...
C'è sempre una spiegazione logica ma dinnanzi alla spiegazione fornita da "Il Menestrello" non si può non rimanere basiti.
E banale dirlo ma penso proprio che per il tenente ancora il peggio deve venire...
Il caos è una delle tante forme in cui si manifesta "IL MALE" ma in questa vicenda questo "caos" come è facile dedurre deve essere proprio potente!
Andiamo avanti Dellastiara ormai ci sei dentro fino al collo!
Il Tenente a scelto tra le alternative offerte dal Menestrello. Indovini quale?
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