venerdì 19 settembre 2014

Un'altra ombra - Racconto breve noir (Dellastiara ep. 13 - seconda parte)

Ma cosa cazzo stai dicendo? Il Menestrello? Non hai mica un liuto sottobraccio o un piffero del cazzo. Né un cappello a punta con la piuma. I menestrelli non esistono più, tranne Branduardi si intende, ma non so se faccia ancora concerti comunque.
Il Menestrello eh? Allora raccontami una storia! Smettila di sorseggiare rhum con quell’aria da signor Sotutto. Spiegami, parlami, non mi lasciare sulle spine!

La rabbia e il furore si erano condensati in gocce di sudore, che bagnava il corpo del tenente, mettendolo sempre più a disagio. È da capire che lo sfogo di Manlio Dellastiara era dovuto in gran parte alla preoccupazione per la sorte di Endi. Ogni granello di tempo caduto gli sembrava perso e aumentava il pericolo di non trovarlo più. O peggio di trovarlo come gli altri. Quei cadaveri oscenamente oltraggiati, che sono stati i primi attori di questa storia.
Perché il tenente aveva concluso che a rapire il suo amico era stato Lui. L’uomo nero. Come altrimenti poteva essere chiamato quell’essere che si era portato via anche il Capitano Donati?
Capisco benissimo il vostro stato d’animo credetemi, ribatté per nulla turbato il Menestrello, però non fatevi trascinare dall’ira caro amico. Vorrei davvero cominciare dall’inizio di questa storia, ma in questi casi un vero e proprio inizio non esiste.
Sono molte le cose poco chiare, purtroppo, perché i dettagli si perdono nel tempo e in qualche modo nello spazio. Dunque comincerei col vostro avversario. Come altre cose da voi incontrate di recente, questo essere non fa parte del nostro mondo. Letteralmente. Esso proviene da un altro. Un mondo lontano nella concezione di noi umani . Comunque col nostro in contatto.
Manlio aggirò il bancone e si sedette su uno sgabello. Si versò un altro bicchiere e lo stesso fece per il Menestrello.
In realtà è solo uno dei mondi possibili, continuò questi. È fatto di caos.
Il Menestrello prese una pausa, accostando il bicchiere alle labbra. Sorseggiando il liquore con calma.
Nella sua voce si era insinuata una strana eco. Un’armonia e una cadenza che ricordavano una musica. Per questo forse si chiama così, pensò il tenente.
Un tempo, riprese il Menestrello posando il vetro, nel folto dei boschi di una qualche campagna avvenne qualcosa che diede origine a tutta la nostra storia. Un rito antico e oscuro venne officiato. Le parole e le danze, il fuoco e le stelle contribuirono a creare un collegamento tra i due mondi. Una parte del caos venne circoscritta e strappata dal suo mondo, per essere portata nel nostro.
Quel caos fu costretto a prendere una forma, per poter sopravvivere qui. Divenne probabilmente un uomo. Mi correggo. Simile ad un uomo.
Non sappiamo quante volte questi portali si siano aperti, né quante dimensioni siano coinvolte. Questi strani ospiti da noi hanno proliferato, creando strane genie. Alcuni li chiamano demoni. Altri li temono. Qualcuno li conosce.
Pochi li combattono.

Temo che voi dovrete presto scegliere.

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un racconto breve noir di Ago

6 commenti:

  1. i nodi stanno venendo al pettine.
    Fulminante l'inizio del racconto :)

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    1. Siamo tutti un po' in ansia per la fine del fido barista...

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  2. Questo Menestrello ne sa una più del diavolo... ci può fidare?

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  3. Seconda parte intensa,episodio davvero forte!
    Assistiamo ad una vicenda che va oltre l'immaginazione,oltre tutto insomma...
    C'è sempre una spiegazione logica ma dinnanzi alla spiegazione fornita da "Il Menestrello" non si può non rimanere basiti.
    E banale dirlo ma penso proprio che per il tenente ancora il peggio deve venire...
    Il caos è una delle tante forme in cui si manifesta "IL MALE" ma in questa vicenda questo "caos" come è facile dedurre deve essere proprio potente!
    Andiamo avanti Dellastiara ormai ci sei dentro fino al collo!

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    1. Il Tenente a scelto tra le alternative offerte dal Menestrello. Indovini quale?

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