Nello scantinato l’odore più forte è quello dei vapori acidi che si sprigionano dagli alambicchi dentro ai quali sobbollono da ore alcuni strani liquidi. Sotto ad essi i fornelli ad alcool forniscono un calore misurato e costante. Perfetto per questo genere di lavori.
L’uomo scende le scale aspirando con voluttà quegli odori. Sa cosa significhino. Sono il frutto di mesi di fatiche e preparazioni, che ora sono giunte a compimento.
Al mattino la sveglia emette il solito grido angosciato. Marco allunga la mano e la spegne accompagnando il gesto con un grugnito lamentoso. Dopo un attimo è sveglio e vigile.
Con passo trepidante l’uomo si avvicina al tavolo da lavoro sul quale giacciono i suoi appunti e d i libri che ha consultato e dei quali si è servito. Dopo una rapida scorsa e dopo essersi assicurato che tutto fosse come richiesto sistema meglio tutte le carte e spegne le fiamme di alcuni fornelli.
Si alza e si prepara, Marco, per trascorrere la sua ultima inutile giornata.
Alle dieci e trenta la prima pausa caffè. Senza Caterina. Capita che a volte lei non ci sia di mattina, occupata tra i suoi mille impegni. L’incontro è rimandato al pomeriggio.
Il momento è propizio. Prende il gesso bianco e traccia un grande cerchio. Dentro ve ne traccia uno un po’ più piccolo e riempie lo spazio tra le due circonferenze di simboli arcani e misteriosi. Ogni gesto, ogni segno è accompagnato da una cantilena sommessa in una lingua talmente antica e complessa, che forse lui ne è l’unico conoscitore.
Al termine del lavoro l’uomo traccia un pentacolo all’interno dell’anello di simboli. Poi spegne gli ultimi fuochi e porta i vari contenitori all’interno dell’area magica. Spegne le luci e si siede nel centro esatto della stella a cinque punte.
L’ora è quella giusta. Il cosmo è favorevole all’evento. L’uomo invoca le potenze ultraterrene mentre mesce tra di loro i vari liquidi in dosi precise. È attento ad ogni gesto, per evitare anche il minimo errore. La più piccola imperfezione potrebbe avere terribili effetti.
Pausa caffè delle quattro. Eccola! Marco con fare indifferente le sorride. Posso offrirti un caffè? Le chiede. Grazie. Risponde lei. Com’è bello oggi il cielo vero? Lei si gira e guarda fuori dalla finestra. Si, risponde, oggi è bellissimo.
I liquidi passano da una boccetta all’altra, vengono mescolati e riversati. Fatti roteare e scossi. Dopo lunghe ore il tutto è pronto. La pozione magica.
L’uomo ripone la boccetta di cristallo di rocca sul piano da lavoro e va a riposare.
Marco fa cadere nel caffè qualche goccia da una bottiglietta di cristallo di rocca. Poi lo porge a Caterina.
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Chissà a Marco a cosa serviva la pozione cristallo di rocca e del perchè l'ha messo dentro il caffè di Caterina,
RispondiEliminaChe si tratti di una pozione d'amore?
A volte per sciogliere un cuore di ghiaccio serve la magia.
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