Non è che sia proprio tutto a fuoco. Alcuni degli ultimi avvenimenti sono un po’ confusi.
Dunque.
Sono sulla mia auto. Direzione: Parigi. Ah, la Ville Lumière! La notte e un bicchiere di troppo mi pesano sulle palpebre. Sono quasi arrivato. Mancano forse una cinquantina di chilometri, ma ad una ennesima sbandata mi decido a fermarmi per riposare. Un Ibis alla prossima area di sosta. Fantastico. Cazzo.
Mi fermo. Credo sia mezzanotte passata. Qualche ora di sonno e domani entro splendido in città. Risolvo tutti i problemi e torno di filato tra le cosce di mia moglie. Si, come no.
Comunque entro. Bonsoir, dico. Parlotto con la cessa alla reception. Poi mi giro e vedo una stanga bionda che legge una rivista.
Ricordo due gambe infilate in calze a rete nere. Gioia di qualunque uomo sano. Anch’io mi metto un po’ a sbavare. Poi dalle pagine spuntano due occhi verdi. Sono perso. Cazzo.
Non ho tutto chiaro di quei momenti. L’unica cosa che ricordo è lei che cammina davanti a me in un dondolio di stoffa e culo. Un profumo. Intenso.
I corridoi dell’Ibis si dilatano nella mia mente. Gommosi. Infiniti. Lei cammina ed io non riesco a raggiungerla. Lei non si volta. Mai. Sa che la sto seguendo come un cane.
Poi buio.
E lingue.
E sudore.
E orgasmi.
Quelli me li ricordo bene. Mai fatta roba del genere.
Va avanti ore. Insaziabile. E io che scodinzolo tentando in tutti i modi di darle lo stesso piacere.
Lei niente.
Ha un forno tra le cosce ma sul viso un’espressione fredda. Quasi distaccata.
Poi un bagliore.
Nei suoi occhi, nell’acciaio. In quel momento si che gli occhi hanno un guizzo.
Dolore.
Cazzo!
Buio.
Mi sveglio. E penso quanto sono stato coglione. Mentre le palpebre mi ricadono lente e i pensieri vagano liberi privi di senso e questo dondolio mi culla come una madre e questa vibrazione mi stordisce con delizia.
Tutto finisce.
Voci.
Luce.
La rivedo.
Cristo comincia già a puzzare dice, mentre qualcuno afferra i miei arti e li getta sparpagliati in un fosso. Lato della strada. Lei mi afferra i capelli. Scivolando nell’oblio mi pare di sentire sulle labbra un ultimo bacio.
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un racconto noir di Ago
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un racconto noir di Ago
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Voglio anch'io un po' di roba con cui ti sei fatto!!!
RispondiEliminaBel Noir AGO,mi piace il fatto che inserisci giusto quel pò di erotismo nei racconti che esaltano maggiormente il pathos.
RispondiEliminaSpero di leggerne altri ancora di raccconti cosi
:-)
Grazie. Altre trame mi frullano nella testa...
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