sabato 7 maggio 2011

MEDEA 2011 - racconto breve

È questo il giorno più terribile. Mai la rosea Aurora avrebbe dovuto precedere il carro divino. Mai il sole avrebbe dovuto sorgere. Questo è il giorno più terribile. Ma non sarà così solo per me. Ti trascinerò nel dolore. Ti trascinerò nella disperazione. Ti lascerò in vita, strappandoti l’anima. Perché tu mi hai tradito.

Maledetto tu sia dagli dei più oscuri. Mi hai trascinata in questa città, facendomi perdere tutti i contatti con la mia terra. Mio padre è morto di dolore ed io per compiacerti non mi sono recata al suo capezzale. Non gli ho porto il mio ultimo saluto. Non ho baciato le sue guance ispide, nè le sue vecchie mani, dalle quali innumerevoli carezze ricevetti da bambina e che mi furono sempre scudo dai pericoli della vita. Per te uscì dalla casa paterna in odio al mio stesso fratello. Rinnegai il mio sangue, il mio Paese e perfino me stessa. Per te.
Oggi scopro che tu mi tradisci. E non lo neghi! Tu mi vorresti abbandonare per unirti a un'altra donna. Lei è la figlia del tuo capo. La sua dote sarebbero la ricchezza ed il benessere. E l’amore? Forse non te ne è mai importato nulla. Io e lei siamo solo strumenti. Tu non vedi al di là delle tue necessità. Dei tuoi scopi. In noi vedi solo i vantaggi che possiamo portarti. Io ti ho aiutato nel tuo compito. Lei ti aiuterà in futuro. Suo padre è il proprietario dell’azienda dove lavori. Dove lavoravo anch’io. Chissà quale futuro ti poteva offrire.
Quel futuro non si avvererà mai. Oggi le Erinni mi sono testimoni. Oggi io compirò la mia vendetta su di te. Dunque sappi questo: Lei è morta. Io stessa l’ho uccisa. Ho manomesso i freni della sua auto. Credevi che le mie arti si limitassero a soddisfare le tue necessità? Tu mi temi e dovrai tremare pensando a me. Lei salirà in macchina e quando raggiungerà i cento chilometri orari, perderà il controllo. L’ultimo suono che sentirà sarà quello dei suoi lamenti. L’ultimo abbraccio che la stringerà sarà quello delle cinture di sicurezza che la intrappoleranno. L’ultimo bacio sarà con le lamiere roventi. Così lei avrà pagato.
Suo padre forse sarà con lei. Di solito tornano a casa insieme. Se no anche per lui ho escogitato una terribile vendetta. Mi ha licenziato per allontanarmi da te e da lei. Pagherà anche lui.
E tu? Il dolore della perdita del tuo nuovo amore sarà abbastanza per te? Io non credo. Proprio oggi. Il giorno che non doveva mai sorgere ne ho avuto la certezza. Aspetto un figlio. Aspetto tuo figlio. Ma tu non lo vedrai mai. Proprio qui accanto ho posato le compresse di veleno che lo uccideranno. Non vedrà mai la luce. A causa tua.
Poso la mano sul mio ventre e quasi posso sentire la sua piccola anima che prende posto nel suo nuovo corpo. Percepisco la vita che si sta formando in me. Amo questo bambino. Gli dedicherei tutta la vita. Vorrei sentirlo suggere da me latte e vita. Cullarlo e allevarlo e accompagnarlo per quel tratto del percorso che ci sarà concesso. Vorrei proteggerlo dal male ed educarlo al bene. Ma non lo farò.
Il mio odio per te è troppo grande. Mi consuma, mi lacera, mi domina. Anche tuo figlio sarà sacrificato sull’altare della mia vendetta.
Sappi questo: al par di te anch’io ho perso tutto. Ho perso l’uomo che ho amato ed il figlio che avrei amato. Saperti travolto dal dolore e distrutto dalla disperazione. Queste saranno le mie gioie perverse.

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4 commenti:

  1. medea metallurgica ferita nell'amore

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  2. Ago quando apristi questo blog ha insierito un buon racconto d'esordio dove la vendetta fa padrona di tutto e di tutti!!!!

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